Brevi consigli sulla salute
indicazioni frammentarie
Francesco Bertoldi
avvertenza
Quanto si dirà qui è frammentario e incompleto, ma deriva dalla personale esperienza di chi scrive. Ed è peraltro in sintonia con quanto affermato dalla medicina (ufficiale o naturale), da cui anzi in gran parte deriva.
la regolarità dei ritmi circadiani
- mangiare tendenzialmente, il più possibile, sempre alle stesse ore e coricarsi/levarsi altrettanto il più possibile alle stesse ore;
- l’importanza della luce: non ha senso dormire quando c’è luce e vegliare quando c’è scuro. La natura ha dei ritmi con cui il nostro corpo chiede di essere in sintonia.
- la “siesta” dopo il pranzo va bene, perché rigenera, ma non deve essere troppo prolungata. Altrimenti, specie da una certa età in poi, la seconda parte della notte rischia di trovarci o svegli o in un tipo di sonno non abbastanza profondo (e riposante).
- L’ultimo segmento della giornata prima di coricarsi per il riposo notturno non dovrebbe vederci, per quanto sta a noi, impegnati in attività che richiedano un forte lavoro mentale (affrontare problemi assillanti, di qualsiasi natura, prima di prendere sonno, significa rovinare il sonno). Meglio fare qualcosa di regolare e il più tranquillo possibile.
- Il sonno è un grande amico della salute: durante il sonno il nostro organismo ripara quanto per la nostra insipienza abbiamo guastato durante la veglia.
- Pessima abitudine quindi quella di tenere lo smartphone sempre acceso e di smanettarci anche di notte.
- Anzi, in generale, ci dovrebbero comunque essere dei momenti nella giornata in cui uno si stacca dal mondo e rientra in sé stesso. Per chi è credente questo significa mettersi davanti al Tu di Cristo. In ogni caso in tali momenti si può anche silenziare lo smartphone.
una giusta alimentazione
attenzione alla quantità
Nelle nostre società ricche mangiamo troppo. E questo fa male alla salute. Qualsiasi grammo di cibo che ingeriamo senza che sia davvero richiesto dal nostro corpo, sottopone il corpo a uno stress logorante. E alla fine provoca malattie.
Non è probabilmente un caso che nelle società ricche siano molto diffusi i tumori. Un tumore è una crescita abnorme di cellule: se noi ingolfiamo il corpo di roba inutile (che, ripetiamolo, è in realtà non solo inutile, ma dannosa), il corpo impazzisce. Produce “troppo” perché noi lo ingozziamo con “troppo” (troppo cibo).
In Occidente siamo talmente in una posizione antropocentrica che pensiamo di poter dominare tutto, anche il nostro corpo. Così non lo ascoltiamo. Se lo ascoltassimo, mangeremmo solo quanto è davvero necessario.
attenzione alla qualità
Da anni viene ripetuto che occorre mangiare
- una adeguata varietà di alimenti
- privilegiando frutta e soprattutto verdura alla carne e ai cibi sofisticati
- e scegliendo il cibo più sano possibile (eventualmente biologico, ma almeno di sicura provenienza e non troppo “manipolato”).
Questo tuttavia non significa che il piacere del cibo sia un nemico: il cibo deve piacere. Un cattivo sapore non è un buon indizio. Evitare di mangiare troppo non significa imporsi diete draconiane, che facciano soffrire in modo smodato: meglio procedere in modo equilibrato. Ancora: ascoltando il nostro corpo.
come mangiare
- è importante mangiare con calma, meglio uno slow food, piuttosto che un fast food;
- possibilmente senza distrazioni ansiogene, come guardare di continuo lo smartphone
- masticando bene, senza fretta.
l’esercizio fisico
È certamente importante, ma non va vissuto in maniera settorializzante o maniacale. Qualsiasi eccesso è negativo: nella misura in cui una attività fisica si configurasse come forzosa e innaturale, non sarebbe adeguata. Siamo una unità corporeo-spirituale e non possiamo staccare il corpo dallo spirito, e men che meno una parte del corpo dalle altre parti.
Della fatica può certo essere richiesta: come in ogni ambito della vita dobbiamo “spostarci” da quanto “immediatamente” ci farebbe più comodo. Ma senza che ciò si configuri come innaturale e artificioso. Come una sorta di compartimento stagno rispetto al resto della vita, ad esempio.
Quindi, ad esempio, una camminata che permetta di vedere anche un bel paesaggio, è più completa e andrebbe privilegiata rispetto a un tapis roulant in una palestra.
Questo non toglie che uno, realisticamente, faccia bene a coltivare di più il tipo di attività fisica che più a) gli è realisticamente possibile, date le circostanze in cui vive, e che b) più gli piace (ad esempio di tipo aerobico o anaerobico). L’ideale è che di più non equivalga a esclusivamente.
📚 Bibliografia essenziale
- Erich Fromm, The Sane Society, New York 1955, tr.it. Psicoanalisi della società contemporanea, Edizioni di Comunità, Milano 1976 (
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- Anna Melai & Catia Trevisani, Introduzione alla Naturopatia
. Filosofia, storia, discipline e professione, Milano 2010(
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- Attilio Speciani, Guarire con la natura, Milano 1988(
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- Wighard Strehlow, Das Hildegard-Gesundheitsprogramm, München 2001, tr.it. La Medicina di Santa Ildegarda, Edizioni Il Punto d’Incontro, Vicenza 2014 (
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