pesaggio marino all'Argentario

Due aiuti alla salute

il riso e le vacanze

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il riso

Il proverbio popolare dice che “il riso fa buon sangue”. Il che ha certamente una base di verità: se il riso è realmente espressione della consapevolezza della natura ultimamente buona della realtà, e del fatto che il male non ha l'ultima parola, esso non può che far bene anche al corpo. Ma il riso non fa buon sangue sempre e comunque. Non lo fa, nella misura in cui un riso è compulsivo e privo di motivazione (si veda questa pagina sui films comici). In tal caso potrà forse esser di qualche aiuto “meccanico”, settoriale, ma non giova alla salute integrale. Nella misura infatti in cui il riso chiede di dimenticare, ossia di censurare qualcosa, esso non è veramente sano. Perché non è umano.

In questo senso molto saggiamente Benedetto da Norcia sconsigliava, nella su Regola un risum multum aut excussum, ossia un riso sgangherato e privo di pensiero, di consapevolezza.

la “vacanza”

Anche qui, si tratta di distinguere. Nella misura in cui una vacanza permette di andare più al fondo di sé, e di essere quindi utile poi nella vita di tutti i giorni, essa è cosa buona.

Ma nella misura in cui, invece, una vacanza, si configurasse come una fuga dalla realtà, un tentativo di dimenticare e di censurare qualcosa di reale, essa non potrebbe essere di autentico e profondo sollievo. Anche perché implicherebbe il pensiero che la realtà sia qualcosa di intrinsecamente cattivo. Altrimenti non se ne vorrebbe fuggire. E un pensiero di questo genere non potrebbe, alla lunga, far bene alla salute.

Ci sono certamente situazioni che presentano difficoltà e stress insopportabili. In questo senso allontanarsene può essere utile. O addirittura necessario. Purché non si tratti di una fuga dalla realtà nella sua interezza, e quindi anche da quel “settore” la “fuga” non abbia un carattere di permanente e profonda “damnatio”. Nel caso in cui si tratti, come è più spesso il caso, di una negatività dovuta ad alcune persone, è importante che nei loro confronti non si coltivi dell'odio. Cioè il desiderio di un totale e irrimediabile annientamento. Questo, oltre ad essere eticamente anche perché renderebbe impossibile dire il Padre Nostro, dove si dice «rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori»ingiusto, non gioverebbe nemmeno alla salute fisica.

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