Israele
brevi appunti per un giudizio
in sintesi
Lo Stato di Israele nasce nel 1948, in applicazione dell'ideale sionista, come patria del popolo ebraico, appena uscito dalla terribile realtà dell'Olocausto operato dalla Germania nazista.
Israele venne immediatamente riconosciuto come Stato sovrano dalle Nazioni unite. Ma non da molti paesi arabi. Che hanno a più riprese (nel 1948, nel 1967, nel 1973) cercato di distruggerlo.
Nel suo scontro con diversi Paesi arabi lo Stato di Israele è sempre stato appoggiato in modo più forte da Stati uniti e Gran Bretagna, e in modo più bilanciato e prudente, da molti Paesi dell'Europa occidentale. Questi ultimi, pur riconoscendo a Israele il diritto di esistere, hanno cercato di bilanciare tale diritto con le esigenze della popolazione non ebraica che già risiedeva nell'area della Palestina.
Invece l'Unione sovietica ha avuto una posizione accentuatamente filo-araba, pur senza giungere a negare del tutto il diritto di Israele all'esistenza.
Lo scontro tra Israele e arabi potrebbe dividersi in due grandi fasi
- la fase che vede protagonisti degli Stati arabi (Egitto, Giordania, Siria), nelle già menzionate guerre
- del 1948
- dei “sei giorni” nel 1967
- del Kippur, nel 1973
- la fase, successiva, dopo la sostanziale rinuncia degli Stati arabi a distruggere Israele, vede come protagoniste delle organizzazioni non statali “palestinesi”, come Hamas o Hezbollah.
⚖ Per un giudizio
La questione centrale non è quella palestinese (nel senso che nessuno contesta il diritto del popolo palestinese ad avere una terra e uno Stato), ma quella israeliana (nel senso che c'è chi contesta il diritto del popolo ebraico ad avere una patria e uno Stato, con confini sicuri).
Il vero problema non è sapere quanto debba essere esteso, ma se possa esistere uno Stato ebraico, in Palestina.
Nella misura in cui il mondo arabo-islamico accettasse questo, la strada alla pace sarebbe spianata.
Fino a quel momento, viceversa, non ci potrà essere pace:
- di diritto: perché il popolo ebraico ha già subito 6 milioni di morti per il fatto di non avere una sua patria, e non può permettersi il lusso di subire altri olocausti;
- di fatto: perché il popolo ebraico ha intelligenza, forza economica e amicizie sufficienti per permettersi di continuare a tenere testa a chi lo vuole distruggere.
Il modo migliore per aiutare il sofferente popolo palestinese dovrebbe essere quello di favorire una accettazione dell'idea che una parte della terra palestinese sia assegnata agli ebrei, che in fin dei conti ne sono i suoi antichi abitatori. Si tratta di una piccolissima striscia di terra. E in cambio, la vicinanza di un popolo ricco e industrioso, se guardato con occhi non avvelenati da ideologie fondamentaliste, lo potrebbe solo aiutare a prosperare.
Questo non toglie che da parte di certi settori del popolo israeliano l'atteggiamento verso i palestinesi, mussulmani e cristiani, sia troppo duro e insensibile ai diritti dell'altro: occorre una correzione di tiro anche da parte di questi settori.